Tra la formidabile varietà di scenari offerti dall’Argentina, un paese con una superficie di oltre nove volte quella italiana, ce n’è uno che spicca per originalità e bellezza: la Puna argentina.
Nella lingua indigena Puna significa “alto”, si tratta infatti di un enorme altipiano, con un’altitudine media di 3.500 metri, che si estende per circa 80.000 km quadrati nell’estremo nord-ovest del paese e fa parte della Cordigliera delle Ande.
Condizioni climatiche piuttosto estreme e scarse precipitazioni fanno della Puna un deserto di alta montagna con un’incredibile ricchezza di paesaggi e colori, introvabili nei deserti di pianura.
L’altopiano si è formato in centinaia di milioni di anni grazie alla spinta tettonica della placca del Pacifico, mentre i colori derivano dalla moltitudine di minerali espulsi dai tanti vulcani sparsi nella regione.

Da un punto di vista geologico la Puna è un deserto marziano, il paradiso di ogni geologo, che qui troverà oltre 200 vulcani, vette che si avvicinano ai 7000 metri seguite da depressioni improvvise, laghi salati e lagune dalle mille sfumature, bianche dune di pietra pomice, canyon di terra rossa e nere distese di basalto formatesi in migliaia di anni con il solidificarsi della lava vulcanica.
Viaggiare per la Puna argentina, una delle aree meno antropizzate del pianeta, è un po’ come viaggiare indietro nel tempo, entrando in un’altra era geologica.
Qui tutto appare immobile e allo stesso tempo in continua e autonoma evoluzione, indifferente alle cose degli uomini, che altrove si agitano plasmando nuovi habitat.
Abitata da pochissimi umani e relativamente pochi animali, la Puna è una destinazione riservata agli amanti degli spazi sconfinati e dei paesaggi silenti sferzati dal vento.

Buenos Aires, Rosario, Cordoba e Mendoza si trovano tutte a meno di due ore d’aereo, ma sembrano appartenere ad un altro mondo; la gigantesca Patagonia, altrettanto spettacolare, giace paziente 2000 km più a sud.
La Puna argentina va esplorata con spedizioni in fuoristrada 4x4, autisti e guide esperte, telefoni satellitari e tutto il necessario per affrontare qualsiasi imprevisto, che comunque è piuttosto raro.
Il tour organizzato, perciò, assomiglia a un safari in un deserto di alta montagna, in un’area che costituisce uno dei tre vertici del triangolo geografico formato da tre deserti:
- Atacama (Cile);
- Salar de Uyuni (Bolivia);
- Puna (Argentina).
I 3 deserti costituiscono fondamentalmente un unico gigantesco ecosistema che si estende in continuità su tre paesi (includendo anche un pezzetto di Perù sono quattro) e meriterebbe di essere esplorato per intero con un memorabile tour di alcune settimane.

Con tempistiche più limitate, invece, un itinerario ben pianificato nel territorio della Puna argentina (l'estremo nord-ovest), dà tutte le garanzie di vivere un’esperienza straordinaria.
PUNA ARGENTINA: QUANDO ANDARE E COSA PORTARE
Una delle prime questioni che deve dirimere chiunque voglia organizzare un tour nella Puna argentina è quando andare.
Di fatto la Puna può essere visitata tutto l’anno; ogni periodo presenta condizioni climatiche e peculiarità paesaggistiche diversamente affascinanti.
Schematicamente potremmo descriverle così:
- Gennaio e Febbraio. Clima caldo, discreta piovosità a bassa quota, colori che si esprimono alla massima intensità;
- Marzo e Aprile. Periodo ideale, poca pioggia, temperature abbastanza alte, colori vivaci;
- Maggio. Buon periodo, un po’ freddo, cielo terso e ventosità elevata;
- Giugno, Luglio e Agosto. Clima secco, ma decisamente freddo;
- Settembre. Buon mese, clima secco e temperature in aumento, venti intensi;
- Ottobre e Novembre. Ottima stagione, fioritura di piante e cactus, temperature abbastanza alte, clima secco, piogge molto sporadiche;
- Dicembre. Buon periodo, alte temperature e inizio piogge a quote più basse.
L’escursione termica in tutte le stagioni è molto alta e può raggiungere facilmente i 20-30 gradi di differenza tra temperature minime e massime. Per questo è necessario vestirsi a strati, senza dimenticare un giubbotto anti-vento e un cappello che copra anche le orecchie.
D’inverno le temperature minime possono scendere a -20 e oltre, per poi risalire sopra lo zero durante il giorno. D’estate difficilmente si scende sotto lo zero se non ad elevate altitudini, ma durante il giorno si sale anche sopra i 30 gradi.

Si consiglia di portare un paio di occhiali da sole, una crema solare con un buon fattore protettivo e una macchina fotografica per tradurre in immagini ciò che non si può esprimere a parole.
Scelto il periodo e preparato l’equipaggiamento minimo, non resta che organizzare la spedizione, termine usato non a caso perché la Puna è un territorio remoto, tra i più integri al mondo, poche le piste segnate e ancora meno i villaggi abitati, sparsi e isolati su un territorio vasto circa un terzo dell’Italia.
Un self-drive in solitaria è fortemente sconsigliato in un’area in cui si può viaggiare per ore senza incrociare anima viva. Imprescindibile affidarsi a un tour operator serio e a guide che conoscano la regione, avendola attraversata in più occasioni.

Dei solidi fuoristrada 4x4, guidati da autisti esperti, permetteranno di realizzare qualunque itinerario via terra.
TOUR DELLA PUNA ARGENTINA: LE TRE BASI
Per esplorare la Puna l’ideale è utilizzare alcune località come basi da cui partire per escursioni attraverso le meraviglie della regione.
Le 3 località di riferimento sono:
- Salta, la città più importante tra le province che compongono la Puna (Jujuy, Salta, Catamarca);
- El Peñon, un piccolo villaggio a sud di Antofagasta de la Sierra;
- Tolar Grande, villaggio al confine con il Cile.
SALTA
Conosciuta come “la linda” è il punto di arrivo del volo aereo che porta alla Puna e punto di partenza privilegiato per tour e avventurose esplorazioni dell’omonima provincia e in quelle limitrofe di Jujuy e Catamarca.
Caratterizzata dall’architettura coloniale, Salta è molto folcloristica e delizia i pochi turisti stranieri di passaggio con squisiti piatti locali: succose empanadas salteñas, humitas e tamales (pasta di mais avvolta nella foglia della pannocchia e cucinata o tostata in vari modi), locro (stufato di carne di manzo o maiale con mais, fagioli e zucca), cazuela de llama (stufato di carne di lama), prelibati dolci a basa di chayote e quinoa.
Una cucina davvero ricca che si accompagna agli ottimi vini bianchi della zona e che, insieme alla musica folk, ha attirato in quest’area sempre più argentini che già la frequentavano per i suoi incantevoli paesaggi.
Imperdibile il Museo de Arqueología de Alta Montaña famoso in tutto il mondo per le mummie di bambini ritrovate dall’antropologo nordamericano, Johan Reinhard, nel 1999 a 6800 metri di quota nel vulcano Llullaillaco.
Un tour della Puna Argentina con partenza e ritorno su Salta è un ottimo modo per scoprire il nord-ovest argentino.
EL PEÑON
E’ un pittoresco villaggio a 500 km da Salta che appartiene al dipartimento di Antofagasta de la Sierra nella provincia di Catamarca. Composto in prevalenza da case di adobe, un impasto ecologico ed economico, è abitato da meno di 400 persone.
Si trova a 3400 metri d’altezza e oltre a costituire un’ottima base per esplorare il territorio circostante e visitare luoghi come il Campo di Piedra Pomez, il vulcano Galan o la Laguna Grande, offre uno splendido lodge dove pernottare e rifocillarsi prima di lanciarsi in nuove avventure.
Si chiama Hosteria de Altura El Peñon ed è gestita da Fabrizio, un ex consulente finanziario milanese, che nei primi anni 2000 aveva viaggiato per la Puna innamorandosene. Pochi anni dopo ha ottenuto in concessione dal governo di Catamarca un lodge semi-abbandonato che ha convertito in un rifugio super accogliente.
Oggi, con sua moglie Valentina (architetto), gestiscono sia l’Hosteria che la Finca Valentina, un grazioso hotel boutique a Salta.

El Peñon è una struttura in adobe (un impasto di argilla, sabbia e paglia essiccata) e legno, che mette a disposizione otto camere e una sala con un camino dove si cuoce carne alla brace alla maniera argentina.
Tutt’intorno panorami surreali di rocce e minerali e le vigogne come unica presenza animale a ricordarci che siamo ancora sulla Terra e non su Marte.
TOLAR GRANDE
Tolar Grande è un villaggio d’alta quota situato a più di 4000 metri d’altezza e abitato da non più di 300 persone. Si trova nei pressi del Salar de Arizaro, un grande lago salato che ricorda quello di Uyuni in Bolivia.
Il villaggio, fondato dalle compagnie di minatori che lavoravano nelle miniere della zona e dotato di una stazione ferroviaria, dà l’impressione di essere un avamposto di coloni umani su Marte.
È circondato da colline e canyon color ocra, bianche distese saline, lagune turchesi, sorgenti termali che spuntano dal nulla. Una terra desolata e onirica dove perdersi in esplorazioni sempre diverse.

SUGGESTIONI DI VIAGGIO
È certo che nei 350 km di pista che separano il villaggio di Tolar Grande da El Peñon, più a sud, la Puna offre un’impressionante collezione di luoghi indimenticabili.

Il Salar de Arizaro è un’enorme distesa di sale bianchissimo e scintillante, entro il quale sorge imprevisto il Cono de Arita, uno stratovulcano di 400 metri che sembra una piramide egizia, usato in antichità come luogo cerimoniale.

A meno di 10 km da Tolar Grande, nel mezzo di una piana di sale, appaiono gli Ojos de Mar, piccole lagune circolari piene d’acqua salina e profonde alcuni metri che sembrano proprio occhi di mare.
Le pozze d’acqua, oltre a offrire uno spettacolo incantevole di colori brillanti, blu, turchesi e verdi con sfumature rossastre, ospitano gli Stramatoliti, organismi unicellulari che si crede siano tra le forme di vita più antiche del pianeta, risalenti a 3,5 miliardi di anni fa.

Più a nord, oltre il Salar de Pocitos, si attraversa il Deserto del Labirinto, l’area che collega Tolar Grande a San Antonio de los Combres e Purmamarca. L’itinerario, una pista entusiasmante da percorrere in pick up 4x4, sembra proprio un labirinto di canyon, colline e formazioni argillose dall'intensa colorazione rossastra, prodotte nei millenni dall’erosione del vento e dall'azione dell’acqua.
A sud di Tolar, invece, in direzione di El Peñón, si attraversano paesaggi non meno incantevoli:
- l’oasi di Antofalla, animata da una manciata di pastori e agricoltori;
- il Salar di Antofalla, tempestato da “ojos” altrettanto belli e colorati;
- la Quebrada de Calalaste, una catena montuosa con vette che raggiungono i 5500 metri e panorami maestosi da fotografare a ripetizione;
- Vega de los Colorados, una valle rocciosa dove predomina il rosso ocra e dove una Laguna Colorada offre ristoro a vigogne, fenicotteri rosa e condor che si librano in aria dal vicino vulcano Carachi Pampa;
- i pascoli di Antofagasta de la Sierra, che resistono tra distese di basalto vulcanico e spruzzate di sale.

Poco più a sud di El Peñon, la Puna argentina offre un altro miracolo geologico: Campo Pietra Pomice (Campo de Piedra Pomez).
Qui il deserto si manifesta con innumerevoli dune di un bianco rutilante e blocchi formati da polvere finissima di pietra pomice, un luogo unico al mondo creato da un’antica eruzione del vulcano Blanco, la cui lava è stata modellata dal vento lungo millenni di storia.
Camminare per questo gigantesco campo fa perdere la nozione del tempo e dello spazio in un dedalo di formazioni rocciose che sembrano provenire da un altro pianeta.

Verso Salta, nell’area di Cafayate e del Parco Nazionale los Cardones, si trovano altri paesaggi da favola: Quebrada de Las Conchas e Quebrada de Las Flechas.
Quebrada de Las Conchas è un’area punteggiata da rocce color ocra dalle forme capricciose e affusolate, un ennesimo gioiello geologico che lascia a bocca aperta;

Quebrada de Las Flechas accoglie e avviluppa il viaggiatore con rocce frastagliate che sembrano punte di freccia, un’altra prodezza del vento e degli altri elementi naturali che nella Puna giocano a sorprendere i visitatori.
Le attrazioni della Puna argentina sono letteralmente illimitate, ad ogni tour se ne scoprono di nuove, a piedi durante i trekking e dal fuoristrada 4x4 mentre si viaggia.

Per questo è normale scegliere di visitarla più e più volte, con lo spirito da esploratore di nuovi mondi.
UN TOUR NELLA PUNA ARGENTINA SIGNIFICA...
Vedere luoghi che non hanno uguali, almeno sul nostro pianeta, e avvicinarsi al mistero che ci vede parte di un tutto infinitamente grande e poderoso.

Esplorare la Puna significa anche fare esperienza di paesaggi realmente inconsueti, poco terrestri e molto celesti.
Citando Leopardi, verrebbe da dire: che fai tu, Puna, in terra e non in ciel...
Vivere senza aver provato l’emozione di luoghi così primordiali e insieme siderali sarebbe davvero un peccato.
Non lasciarti scappare il momento e questo sentimento, cominciamo a preparare ora il tuo atterraggio sulla Puna...